I sapori da ricordare

Per gli irriducibili amanti del buon cibo

Le piccole attenzioni; quando il cibo parla d’amore

Pudding di panettone, Milano – Gennaio 2025

Questa mattina, sentivo mia sorella che si faceva il caffè in cucina. Dalla camera, le ho chiesto se potesse farne uno anche per me. Spesso a casa da sola a Milano penso a quanto sarebbe bello se qualcuno potesse portarmelo a letto. Allo stesso modo, lo sarebbe se io lo portassi alla persona ancora dentro le lenzuola. Mi ha fatto pensare a mia nonna che aveva come rituale di portare una ciotola di caffè a mio nonno a letto, dove ascoltava la radio presto la mattina.

Un mio caro amico mi diceva una volta che, se ci pensi, una colazione in due è una grande coccola. Concordo pienamente. Sono gesti in apparenza piccoli, ma che dicono tanto sull’affetto, sull’attenzione che uno porta verso l’altro. Costa poco o niente ma è l’intenzione che fa tutta la differenza. È come dire “tu ci sei”, “ti volevo regalare un po’ di gioia”, “ti ho pensato”. È un linguaggio senza parole forse ancora più potente.

Richiama l’idea di sorpresa. A me le sorprese sono sempre piaciute. Dalla più piccola a quella più grande, sono sempre state per me attenzioni che mi hanno colmato il cuore di senso di gratitudine, nel sentirmi amata e considerata. Amo riceverle e regalarle e credo fermamente che la vita si illumini precisamente in quei momenti e che abbiamo tutti un po’ bisogno di queste parentesi di magia.

Come la torta che arriva all’improvviso con le candeline al ristorante, ordinata dagli amici, come i cioccolatini che si offrono come ringraziamento, la colazione portata in ufficio per i colleghi, il dolce che uno compra dopo lavoro fermandosi in una pasticceria perché sa che quel preciso dolce è il preferito dell’altra persona, i biscotti che uno porta dopo un viaggio ad un amico, il dolce preparato in casa apposta per quella persona amante di un particolare ingrediente, la cena improvvisata a casa o il “ti porto fuori stasera per cena”. Tutte quelle attenzioni hanno in comune la spontaneità. Lo si fa perché ci fa piacere, perché vogliamo fare felice una persona. Perché significa provare felicità nell’offrirla. Ed è bellissimo perché mentre lo facciamo, non ci aspettiamo nessuna controparte. È un atto puramente bello di per sé.

Penso che siamo così sensibili a questi gesti perché il cibo porta in sé una dimensione emotiva così forte da poter trasmettere i sentimenti più profondi. Per colmare un vuoto, un silenzio, un’assenza, per rallegrare le fredde giornate invernali, per celebrare un’occasione speciale ma anche per celebrare la vita di ogni giorno, perché ti penso, perché mi manchi, perché ti voglio bene, perché è bellissimo il tuo sorriso, perché te lo meriti, perché mi hai aiutato senza neanche che te lo chiedessi, perché è la ricorrenza di un evento triste, perché hai intravisto inquietudine, stanchezza nei miei occhi, per farti perdonare, perché non c’è un perché.

Il cibo, letteralmente, ci riempie il corpo, ci porta un po’ di calore, ci dà una carica di energia per recuperare le forze. Ma anche in senso figurativo, il cibo può essere definito “scalda cuore”; il calore che ci porta non è solo fisico ma anche emozionale. È una carezza all’anima che ci offre riconforto e amore nei giorni bui. C’è chi “mangia le proprie emozioni” ovvero, a seconda degli ostacoli della vita, cambia il modo di alimentarsi. Non mangia più o, al contrario, si sfoga nel cibo. Non a caso regaliamo cioccolatini o biscotti quando sappiamo di un amico che sta attraversando un periodo difficile per manifestare il nostro supporto. Il cibo può consolare o almeno addolcire un po’ una giornata quando va tutto storto. Non è affatto il rimedio miracoloso ai nostri problemi ma indubbiamente, ci aiuta. Questa sua dimensione mi affascina.

Le deliziose torte alla frutta di Pasti chéri, da degustare per ogni occasione, Milano – Giugno 2025

Pensateci la prossima volta o non pensateci ma fattelo comunque; regalare cibo è una vera e propria dichiarazione d’amore – amore inteso in tutte le sue mille meravigliose forme.

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